Cosa fa il Consulente HACCP? Quali sono i requisiti per poter svolgere questa professione? Scopri come diventare Consulente per la sicurezza alimentare nella nostra mini guida.
Diventa Consulente HACCP certificato
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Tutte le aziende del settore alimentare, che producono, trasformano, distribuiscono, conservano, vendono o somministrano alimenti, devono svolgere il loro lavoro adottando procedure e comportamenti specifici, finalizzati a garantire la sicurezza dei prodotti alimentari.
Questi metodi di lavoro sono disciplinati dalla normativa sull’igiene alimentare che prevede l’utilizzo del sistema HACCP - Hazard Analysis and Critical Control Points.
Per verificare che le procedure predisposte vengano rispettate, e per valutare se ruoli e doveri di ogni persona coinvolta siano chiari, le aziende adottano lo strumento dell’Audit interno.
L’Audit deve essere svolto da personale in possesso di adeguata professionalità e competenza, ovvero da un Auditor interno, una figura che può appartenere o meno all’organizzazione - personale interno o consulente esterno.
Secondo i principi dell’attività di Audit, queste figure devono essere indipendenti dall’attività oggetto di verifica ed essere liberi da pregiudizi e conflitto di interesse. Per questi motivi, normalmente le aziende si affidano alla figura del consulente per eseguire questo tipo di attività.
Perciò, quando si parla di Consulente HACCP si intende il professionista che supporta gli OSA nell’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa alimentare.
Cosa fa il Consulente HACCP?
Facendo riferimento soltanto a questi obblighi di legge previsti per gli OSA, possiamo sintetizzare le attività svolte dal consulente in tre punti:
- realizzazione del Piano di autocontrollo HACCP;
- formazione del personale;
- analisi dei prodotti alimentari e verifica delle attrezzature e degli ambienti di lavorazione.
Per oggi non ci soffermiamo sulla formazione del personale che manipola o entra a contatto con gli alimenti, avendo già trattato l’argomento su un nostro articolo di approfondimento che spiega come diventare formatore HACCP.
Per quanto riguarda il primo punto, la predisposizione della documentazione da seguire per limitare i pericoli connessi alla manipolazione degli alimenti, assicurarne la salubrità e salvaguardare la salute del consumatore finale è una delle attività fondamentali svolte da questa figura professionale.
Il risultato di queste attività sarà la stesura del Piano di autocontrollo HACCP, che sarà utilizzato dall’azienda alimentare e rimarrà a disposizione per eventuali verifiche ispettive degli organi di controllo preposti - ASL, USL o NAS.
Allo stesso tempo, un consulente professionista deve essere in grado di identificare le analisi chimiche e microbiologiche degli alimenti e delle superfici di lavorazione per le diverse attività - come ad esempio mense, bar e ristoranti - da effettuare per individuare contaminazioni alimentari che possono nuocere alla salute del consumatore.
Vediamo quali sono i requisiti che deve avere un professionista per poter svolgere attività di consulenza in ambito di sicurezza alimentare.
Chi può fare il Consulente in sicurezza alimentare?
Come puoi immaginare, un consulente che si occupa di sicurezza alimentare deve possedere diverse conoscenze e competenze.
“Consulente HACCP” è soltanto un nome di sintesi della figura professionale, utilizzato per semplicità. In realtà, da solo, non spiega affatto bene il ruolo che effettivamente viene svolto, dato che riferirsi al solo metodo HACCP è sicuramente riduttivo e un po’ ingeneroso.
Chiaramente deve avere un alto livello di formazione sulle tematiche HACCP.
Deve saper riconoscere i punti critici - CCP - legati alla lavorazione e alla distribuzione dei prodotti alimentari.
Deve saper individuare i rischi e i pericoli in tutte le fasi della filiera alimentare, per poter suggerire alle aziende come gestirli correttamente, tramite attività di monitoraggio e controllo delle attrezzature.
Inoltre, deve conoscere in maniera approfondita una serie di tematiche, come ad esempio:
- i principali patogeni alimentari e la gestione degli infestanti;
- analisi, chimica e microbiologia degli alimenti;
- gli indumenti e i DPI da utilizzare sul luogo di lavoro;
- gli adempimenti obbligatori e facoltativi per l’etichettatura dei prodotti alimentari;
- le tecnologie alimentari e i processi di produzione;
- i sistemi di rintracciabilità;
- la manipolazione, trasformazione e conservazione degli alimenti;
- le normative della sicurezza alimentare.
E non finisce qua. Tutte queste competenze, se limitate al metodo HACCP, sono fondamentali per seguire le “piccole” realtà del settore.
Ma per le aziende più complesse dell’industria alimentare, che hanno bisogno di ottenere altre certificazioni alimentari, il consulente - o l’Auditor Interno - deve conoscere anche altre tematiche.
Ci riferiamo alle aziende medio grandi che vogliono o devono seguire gli standard internazionali volontari, tra cui ISO 22000, FSSC 22000, BRC e IFS, oppure vogliono ottenere altre certificazioni volontarie come quella biologica.
Anche queste conoscenze rientrano a pieno titolo nel background formativo che deve avere un consulente professionista.
Infine, anche per poter collaborare in maniera consapevole e costruttiva con altre figure professionali, oltre che per offrire soluzioni efficaci ai clienti, è bene che il consulente abbia conoscenze di base su tematiche non strettamente collegate alla sicurezza alimentare. Ad esempio, sicurezza sui luoghi di lavoro, questioni amministrative - come autorizzazioni o pratiche SCIA - oppure requisiti ambientali, come la gestione dei rifiuti.
In sostanza, formazione e aggiornamento professionale sono fondamentali per un professionista che vuole offrire una consulenza di qualità, e che vuole essere una risorsa preziosa per le aziende clienti.
Se hai iniziato questa professione da poco e hai qualche dubbio sui tuoi elaborati, o se hai acquisito le tue prime aziende clienti più grandi e organizzate, ti consigliamo di avvalerti del supporto tecnico e qualificato dei nostri consulenti esperti.
Deve avere una laurea?
Per svolgere questa professione, o per qualificarsi come Consulente HACCP, non è necessario essere laureati.
Tuttavia, è strettamente necessario avere le conoscenze e le competenze che abbiamo descritto nel paragrafo precedente, e che queste siano dimostrabili. Per poter dimostrare, come da normativa, di essere in grado di svolgere la professione, hai bisogno di un titolo di studio attinente oppure di esperienza professionale accompagnata da un attestato di formazione.
Come già accennato, un consulente può decidere di integrare le proprie conoscenze per cercare di ampliare il portafoglio clienti, offrendo consulenza ad aziende con esigenze diverse.
Ovviamente, aver conseguito una laurea sulle tematiche descritte, ad esempio in tecnologie alimentari o in biologia, facilita molto l’apprendimento durante un corso di aggiornamento professionale sulle certificazioni volontarie.
Infine, non esiste nessun albo dei consulenti e nessuna forma di abilitazione alla professione.
Quanto guadagna un Consulente HACCP?
La risposta a questa domanda non è affatto facile e non può essere definitiva.
Un consulente generalmente lavora come libero professionista, e quindi con partita iva.
Questo significa che ogni consulente può decidere quanto farsi pagare, in relazione alle proprie competenze e alle diverse attività che svolge per i propri clienti. Inoltre, il guadagno annuale dipende ovviamente dal numero di clienti che riesce a procurarsi.
Su alcuni siti che si occupano della ricerca di lavoro si parla di 28.500 euro lordi all’anno, ma per i motivi appena chiariti non ci sentiamo affatto di dare un valore così preciso. Al contrario, potrebbe essere un valore molto fuorviante.
Non esiste un tariffario per la consulenza sulla sicurezza alimentare.
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